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SIAMO INTRAPPOLATI IN ALTRE DIMENSIONI, vi dico come uscirne

Intanto consideriamo cosa sono le dimensioni dal punto di vista della fisica quantistica. Per questo devo aiutarmi con degli esempi.
Intanto la dimensione è la considerazione di un campo di informazioni che non esiste come contestualizzazione ordinaria di per se, ma per effetto di un isolamento sulla base di un proprio interessamento.

Per esempio, se voglio andare al mare il mio campo di informazioni isolerà questo mio desiderio in merito a tutto ciò che mi interessa relativamente alla mia giornata al mare. Quindi, il viaggio per andarci, il tempo meteorologico, le persone che mi accompagneranno e tutti gli accessori necessari.
Certo, anche la durata della mia permanenza, cosa fare prima e cosa fare dopo questo. Ecco isolato un campo di informazione per effetto di un mio interessamento.
Questo è un campo in cui affiderò tutti i miei agganci e proiezioni tenendo sempre la mia esperienza, anche se supposta, come di riferimento.
Il mio presupposto sarà questo e di conseguenza non potrò cambiare la mia area immaginativa ma tutto ciò che orbita attorno a questo in termini di elaborazioni ma la cosa stabile sarà sempre il campo originario, quello non lo cambierò mai in quanto se lo facessi, verrei sopraffatto dal terrore dell’oblio.

Chi manipola le menti delle persone conosce molto bene questo principio e lo usa a proprio vantaggio creando uno spazio dimensionale che apparentemente sembra scelto dal soggetto, mentre in realtà viene sempre propinato attraverso una forma illusoria di convenienza e appartenenza.
Anche qui farò degli esempi: Se una persona non crede all’allunaggio avrà a che fare con altre notizie istituzionali di cui però ne ha tratto beneficio. 

Per cui l’essere umano entra in una certa fase di conflitto interiore. Inizierà a pensare che quella notizia, (farò un esempio, sull’aumento degli stipendi), che siccome posso riscontrare come vera, ne ho tratto beneficio, per cui anche questa notizia, di essere stati sulla Luna forse potrei relegarla tra le cose vere, e così via.

Perdonate la mediocrità dell’esempio ma non disponendo di buone notizie da parte del governo, ho dovuto inventarne una.

Il contesto in cui si sviluppa un criterio è stabile e non viene mai scomodato fino a diventare indefesso.
Tutto ciò che si sviluppa sulla base di questo presupposto sarà sempre legato a questa matrice.

Il problema è che noi cerchiamo di cambiare una proiezione fuorviante mentre non possiamo certamente confutare la natura della sua origine, così abbiamo anche definito il motivo per cui l’essere umano è uno schiavo da sempre.

Usi un sistema decimale? Bene, che male c’è?! Da quel momento in poi la mia mente non riuscirà ad includere possibilità non comparate.
Per ogni cosa avrò la necessità di averne un’altra di riferimento che mi consenta di stabilirne la qualità grazie ad un confronto diretto ed immediato.

Se entro in una dimensione concettuale determinata dalla convinzione che c’è la povertà, tutto il mio apparato andrà in conferma di questo e di conseguenza qualsiasi informazione anche potenziante andrà in supporto di questa tesi.

Riconoscere il circuito forzoso in cui avvengono i nostri pensieri è il primissimo passo per il cambiamento, per svincolarsi è necessario fare una cosa importante: Dare aria alla mente. Dissociarsi, distrarsi oppure fare cose nuove, anche estreme semmai. Ma allontanarsi da quel pensiero che si comporta proprio come un potente magnete.
Una volta distolta l’attenzione posso tranquillamente scegliere di creare la mia realtà.

Per quanto riguarda la scelta dello scenario desiderato preferirei scriverlo in un altro articolo, vista la complessità. 

Ma la cosa che vi posso dire è che nella misura in cui smetteremo di desiderare di aver sempre ragione e nella misura in cui saremo aperti alle cose che accadono attorno e dentro di noi, riusciremo ad avere un atteggiamento di accettazione, la nostra vita potrà cambiare in maniera estremamente veloce anche quando la nostra condizione è caratterizzata da una grande abitudine e assuefazione all’insoddisfazione. Il nostro paradigma crea un habitat per i nostri pensieri a cui da seguito una realtà coinvolgente.

Cambiare paradigma quindi è il primo ed indispensabile passo per cambiare.

Luca Nali